Castelli e fortezze

CASTELLO DELLA RANCIA A TOLENTINO
A 7 chilometri da Tolentino, alla sinistra del fiume Chienti, s'innalza, maestoso e suggestivo, il Castello della Rancia ricostruito nel sec. XIV sulle strutture di una preesistente grancia cistercense.
Il castello, di forma quadrangolare, è composto da una cinta merlata rafforzata da tre torri angolari.
Il mastio, parte del nucleo originario della preesistente grancia, è alto 30 metri ca. ed è costituito da quattro piani. Al secondo piano, con un ampio camino, si trovava l'alloggio del castellano mentre il piano seminterrato, fu usato come prigione.
Su due lati adiacenti della corte, provvista al centro di una grande cisterna, si innalzano vari porticati con archi a tutto sesto sorretti da pilastri cilindrici che contraddistinguono la parte del castello che aveva funzione di residenza.
Intorno al 1350 Rodolfo II da Varano di Camerino, capitano generale della Chiesa nella Marca, intuendo l'importante funzione militare di una fortificazione a difesa della valle del Chienti e della Strada Romana estromise i monaci, si impadronì della grancia e la trasformò in castello. L'imponente costruzione fu condotta a termine nel 1357 per opera dell'architetto Andrea Beltrami da Como.
Nel 1581 il Castello fu ceduto da Gregorio XIII ai Gesuiti che lo trasformarono, essendone cessata la funzione difensiva, in grande fattoria ed ospizio per i viaggiatori. Successivamente entrò in possesso della famiglia dei marchesi Bandini che, due secoli più tardi, lo cedettero al Comune di Tolentino.
Curiosità: il 2 e 3 maggio 1815 fu teatro della Battaglia della Rancia, in cui le truppe austriache comandate dal generale Bianchi sconfissero Gioacchino Murat, re di Napoli, che tentava di unificare l'Italia in quella che fu definita la prima battaglia del Risorgimento italiano.

CASTELLO DI GRADARA
Il castello di Gradara è protetto da due cinte murarie, la più esterna delle quali si estende per quasi 800 metri, rendendo la struttura medioevale davvero imponente. Durante il periodo medioevale la fortezza è stata uno dei principali teatri degli scontri tra le milizie fedeli al Papato e le turbolente casate marchigiane e romagnole.
La fortezza sorge su una collina a 142 m s.l.m.: il mastio, torrione principale, costruito attorno al 1150 dalla potente famiglia dei De Griffo, si innalza per 30 metri, dominando l'intera vallata.
Caduti in disgrazia presso il papato il regno passò ai Malatesta, Signori di Rimini, Cesena e Pesaro. Furono costoro che edificarono le due cinte di mura, tra il XIII ed il XIV secolo. Nel 1463 il Duca Federico da Montefeltro, su ordine della Chiesa assediò e sconfisse lo scomunicato Sigismondo Pandolfo Malatesta.
La fortezza poi venne consegnata in vicariato dal Papa agli Sforza di Pesaro, fedeli alleati della Chiesa. Da quel momento Gradara passerà in rapida successione ad alcune delle più importanti casate regnanti: i Della Rovere, i Borgia, i Medici.
Dal 1641 Gradara passò sotto il diretto controllo dello Stato della Chiesa tramite i legati pontifici, iniziando la sua lunga agonia.
Quando, nel 1920, la famiglia Zanvettori acquistò la Rocca di Gradara, finanziando il restauro del castello e della cinta muraria del borgo, un tempo possente ed importante struttura militare, ridotti allo stato di rudere. La Rocca è il luogo che avrebbe fatto da sfondo al tragico amore tra Paolo e Francesca cantato da Dante nella Divina Commedia.
Il castello - oggi di proprietà demaniale - è uno dei monumenti più visitati della regione ed è teatro di eventi museali, musicali ed artistici.

CASTELLO PALLOTTA DI CALDAROLA
Edificato intorno alla seconda metà del IX sec. sulle pendici del colle Colcù e successivamente modificato verso la fine del 1500 grazie alle intenzioni del Cardinale Evangelista Pallotta di volerla adibire a propria residenza estiva apportandone migliorie in stile rinascimentale per celebrare il prestigio dei Pallotta che ha annoverato ben quattro Cardinali nella propria Famiglia.
Nel 1885 il conte Desiderio cominciò a mettere in atto una serie d'interventi seguendo la linea indicatagli da suo padre il conte Giuseppe che morì poco dopo, ovvero nel 1886. Il primo lavoro, intrapreso con il consenso del conte Giuseppe fu quello della ricostruzione del torrione detto della scuderia posto verso levante.
Passato il ponte levatoio e la porta turrita, un rivellino risalente al XV secolo da accesso alla porta più interna e a un cortile rimodernato con forme tipiche di edifici rinascimentali dovuta al conte Giuseppe Pallotta, padre di Desiderio.
All'interno del palazzo, una scalinata conduce al quartiere arredato dal cardinale Evangelista Pallotta sul finire del Cinquecento. All’interno oltre alla ricca biblioteca, begli arredi e dipinti. Gli ultimi ampliamenti risalgono al 1928. In tempi recenti il castello che conserva ancora intatta la cinta muraria, il cammino di ronda, le merlature guelfe ed il ponte levatoio venne prima chiuso e poi riaperto al termine dei lavori di restauro condotti in riparazione dei danni causati dal terremoto del 1997.

ROCCA DI AIELLO A CAMERINO
La Rocca di Aiello è un castello imponente posto alla sommità di un colle, tuttora abitato, dominante la valle tra Camerino e Castelraimondo. Vi sono poche informazioni sulla sua fondazione, ma conosciamo le fasi evolutive della Rocca che fu ampliata a più riprese dalla famiglia Da Varano.
Dopo il passaggio delle truppe Sveve, nel 1260 vennero costruite torri collegate da galleria seminterrata; Giovanni Da Varano, le rafforzò per collegarle al sistema di fortificazioni a difesa del ducato di cui divennero un punto nevralgico. Giulio Cesare Da Varano nella seconda metà del '400, aggiunse alle torri il palatium, le stanza cioè per abitazione e rappresentanza.
Successivamente divenne proprietà dei Massei, e poi passò in eredità all'Orfanotrofio di Camerino, quindi fu acquistata da Saverio Bruschetti, che nella prima metà dell'800 trasformò totalmente l'antico maniero in castello oggi appartenente al conte Giuseppe Vitalini Sacconi.
Oggi noto anche come Castello Vitalini è proprietà privata, si può visitare, su appuntamento, la domenica fra le 9 e le 12 e affittare per ricevimenti, matrimoni, convegni, concerti.

ROCCA DI MONDAVIO
Importante ed interessante testimonianza della capacità progettuale in campo militare di Francesco di Giorgio Martini nelle Marche. Commissionata da Giovanni della Rovere, insieme ad altre rocche del ducato (Cagli, Cantiano, Fossombrone, Frontone, Sassocorvaro, Pergola, Mondolfo),  risale alla fase più tarda dell'attività dell'architetto senese (1482-1492).
La costruzione rimase incompiuta per la concomitante morte sia del committente Giovanni della Rovere, sia dell'architetto (1501). Nel 1631, alla morte dell'ultimo duca di Urbino, il ducato ritorna allo Stato Pontificio e la rocca, senza più scopi difensivi, viene trasformata in carcere. Tale rimarrà anche dopo l'unità d'Italia fino agli anni '40 del XX secolo.
La rocca di Mondavio è stata più volte ristrutturata nel corso degli anni, e non ha mai subito veri attacchi o assedi. La maestosa fortezza è giunta fino a noi quasi immutata, conservando quelle caratteristiche di vera e propria macchina da guerra dell’epoca.
Il mastio domina la struttura sia per le dimensioni che per la particolarità della forma poligonale complessa. La fortificazione in realtà avrebbe dovuto essere più ampia e complessa se fosse stata ultimata. Anche gli ambienti interni corrispondono in gran parte alle strutture originarie.
All’interno vi sono un'importante armeria (collezione di armature, artiglierie e strumenti di uso militare), un museo di storico-rievocativo e, nel fossato, un Parco di "Macchine da guerra" di Francesco di Giorgio Martini.

ROCCA DI OFFAGNA
Edificata nel 1454 dagli anconetani sulla rupe tufacea di Offagna per difendersi dagli attacchi della vicina Osimo.ha una pianta quadrata con la torre angolare ed un maschio centrale. Dopo molti restauri ora ha un aspetto alquanto integro e costituisce uno dei maggiori esempi di fortificazione in terra marchigiana.
Al suo interno ospita mostre temporanee e una raccolta di armi antiche, che vanno dalla preistoria sino all'epoca moderna. Recentemente è stata allestita una sala dedicata alla caccia, che utilizzava armi specifiche che si differenziano da quelle belliche.

ROCCA DI VARANO A CAMERINO
La Rocca Varano è una antica fortezza, costruita su uno sperone roccioso a qualche chilometro da Camerino. Eretta nel dodicesimo secolo Originariamente fu la residenza fortificata dei Da Varano e, antecedentemente al periodo comunale, rappresentò la fortuna degli stessi feudatari che imponevano pedaggi a chi percorreva la strada che attraversava l'Appennino da Roma all'Adriatico.
Dopo il sacco svevo (1259), i Da Varano ampliarono il loro potere su Camerino fino a diventarne i  Signori. A Camerino fecero costruire il loro palazzo fortificato, costruzione che si protrasse fino a tutto il XV° secolo. Il maniero di Varano venne trasformato in rocca ed entrò a far parte dell’ efficiente sistema difensivo dello Stato camerte.
Nel 1384 Giovanni di Berardo Varano fece eseguire lavori di trasformazione ed adattamento ai nuovi usi che presumibilmente riguardarono la costruzione della seconda cinta muraria che fa capo al rivelino sormontato dalla torre di guardia e l’antistante vallo con ponte levatoio (ovest).
Tale cinta comprende il nuovo corpo di guardia, include la preesistente torre maestra alta 19 m. e si prolunga ad L con la scuderia che cinge il palatium verso sud. La particolarità architettonica dei nuovi parametri murari, ancora visibili sulla parte di muro originaria, è che si presentano all’esterno con filari di pietra calcarea alternati ad arenaria.
Nel periodo successivo alla fine del Ducato di Camerino, con l’avvento della polvere da sparo, la Rocca si salva dal degrado perché viene trasformata in casa colonica.
Di recente parzialmente restaurata, l'antica Rocca è Centro dell'artigianato e sede di convegni, mostre e manifestazioni.


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